“Coraggio! Ci siamo già passati”

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Riassunto

  • L’economia si trova in una situazione di déjà vu: un’inflazione ben più alta di quella degli ultimi decenni, aumento dei tassi di interesse e rallentamento generale. L’ultimo scenario simile risale al novembre del 1974.
  • Nel novembre del 1974, pochi avrebbero pensato che fosse il momento giusto per investire, con il Dow Jones che aveva perso più del 40% dal picco del 1973
  • Durante la guerra, il 28 aprile 1942, in quello scenario cupo e nel bel mezzo di una guerra che stavamo perdendo, dinanzi alla prospettiva di tasse sugli utili in eccesso (vi ricorda qualcosa adesso?) e di controlli su stipendi e prezzi, dinanzi alla mancanza di benzina, gomma e altre materie prime fondamentali, e con la certezza matematica che una volta finita la guerra saremmo entrati in una fase di depressione post-bellica, il mercato invertì rotta.
  • La realtà era che quelle aziende valevano molto di più di quanto indicassero le quotazioni di borsa. E così, mercoledì 29 aprile 1942, senza nessuna ragione apparente, gli investitori tornarono a riconoscere la realtà. Il Dow Jones Industrial Average non è la realtà. I rapporti prezzo/utili e gli studi tecnici di mercato non sono la realtà. I prezzi sui monitor non sono il mondo reale.
  • C’è chi dice di voler aspettare una visione più chiara del futuro. Ma quando il futuro tornerà ad essere chiaro, le occasioni saranno svanite.

15-01-2023

 

“Coraggio! Ci siamo già passati”

 

L’economia si trova in una situazione di déjà vu: un’inflazione ben più alta di quella degli ultimi decenni, aumento dei tassi di interesse e rallentamento generale.

Gli investitori si sentono incerti e preoccupati. L’ultimo scenario simile risale al novembre del 1974. Mi fa piacere riprendere un discorso di Jim Fullerton, l’ex presidente di Capital Group (società di gestione americana), dove in quella fase difficile di prolungato ribasso, fornì una prospettiva storica che andava ben oltre il puro positivismo semplicistico. Questa lettera infatti, fu ripresa almeno cinque volte negli anni successivi e volevo condividerne alcuni aspetti.

La notte è sempre più buia prima dell’alba. I mercati finanziari hanno dimostrato una straordinaria capacità di anticipare un futuro migliore anche in mezzo alle peggiori notizie. Anche se ci troviamo in un territorio incerto, con paura e incertezza, è proprio in questi momenti che i mercati iniziano a riprendersi. Non possiamo sapere con certezza quando avverrà l’inversione di tendenza, ma basandoci su esperienze passate, il mercato alla fine si rimetterà in moto.

Nel novembre del 1974, pochi avrebbero pensato che fosse il momento giusto per investire, con il Dow Jones che aveva perso più del 40% dal picco del 1973. Ed a proposito di guerra, nella lettera, Jim citò anche il duro periodo della Seconda Guerra. Nel 1942 tutti sapevano che si trattava di una partita del tutto nuova. Prosegue:

In aprile l’inflazione dilagava. L’8 aprile 1942 l’articolo principale del Journal titolava: “Edilizia residenziale. Nettamente indietro rispetto allo scorso anno. Le nuove restrizioni di questa settimana causeranno un’ulteriore frenata. Costruttori privati gravemente colpiti.”

Sabato 11 aprile 1942, il Wall Street Journal dichiarava: “Secondo gli operatori di borsa, tra i fattori che stanno scoraggiando i potenziali investitori figurano:

1) l’aumento delle sconfitte delle Nazioni Unite,

2) il vantaggio dei tedeschi in Libia,

3) i dubbi circa la capacità di resistenza della Russia una volta che la Germania sarà pronta all’attacco totale,

4) la crescente criticità dei trasporti oceanici delle Nazioni Unite, infine

5) le misure di razionamento più drastiche attualmente al vaglio a Washington, tra cui il controllo dei prezzi o l’ulteriore innalzamento delle tasse per colmare il “divario inflazionistico” tra l’aumento del potere d’acquisto pubblico e la diminuzione dell’offerta di beni di consumo.”

 

Praticamente tutti questi timori si sono concretizzati e acuiti. Quello stesso giorno, parlando della lenta erosione dei corsi azionari di molti settori, un rinomato analista azionario affermò: “Il mercato non ha la più pallida idea di cosa scontare nei prezzi. Ad oggi, mancano segnali indicanti il raggiungimento permanente delle condizioni necessarie ad avviare una ripresa duratura.” Eppure, il 28 aprile 1942, in quello scenario cupo e nel bel mezzo di una guerra che stavamo perdendo, dinanzi alla prospettiva di tasse sugli utili in eccesso (vi ricorda qualcosa adesso?) e di controlli su stipendi e prezzi, dinanzi alla mancanza di benzina, gomma e altre materie prime fondamentali, e con la certezza matematica che una volta finita la guerra saremmo entrati in una fase di depressione post-bellica, il mercato ha invertito rotta.

Cosa fece invertire rotta ai mercati nell’aprile del 1942? Semplicemente il ritorno alla realtà. Semplicemente la lenta ma graduale ammissione che malgrado tutte le cattive notizie, malgrado le prospettive fosche, gli Stati Uniti sarebbero sopravvissuti, e con loro le imprese ben finanziate e ben gestite.

La realtà era che quelle aziende valevano molto di più di quanto indicassero le quotazioni di borsa delle loro azioni. E così, mercoledì 29 aprile 1942, senza nessuna ragione apparente, gli investitori tornarono a riconoscere la realtà.

Il Dow Jones Industrial Average (indice azionario americano) non è la realtà. I rapporti prezzo/utili e gli studi tecnici di mercato non sono la realtà. I simboli sul nastro (pannelo sui cui scorrevano i prezzi dei titoli … allora non c’era i super computer 😉) non sono il mondo reale.

Nel mondo reale, le società creano ricchezza. I certificati azionari no. Sono semplicemente surrogati di realtà.

 Vorrei concludere con una citazione:

“C’è chi dice di voler aspettare una visione più chiara del futuro. Ma quando il futuro tornerà ad essere chiaro, le occasioni saranno svanite. Chi pensa che i prezzi rimarranno sui livelli odierni una volta che la fiducia sarà stata pienamente ristabilita?”

Questa frase è stata pronunciata nel maggio del 1932, 42 anni fa, da Dean Witter, a poche settimane dalla fine della peggiore fase ribassista della storia.

 

Coraggio! Ci siamo già passati: siamo sopravvissuti e abbiamo prosperato.

 

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